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Autofagia a cosa serve?

Il processo con cui le cellule del nostro corpo «cannibalizzano» alcuni loro componenti, ovvero si nutrono di proteine e altro materiale inutilizzato. Un meccanismo che da un lato permette l’approvvigionamento di energia per la cellula e dall’altro promuove l’eliminazione degli scarti potenzialmente dannosi.

Ma l’autofagia non è importante solo nello sviluppo delle malattie, prosegue Maria Masucci: «È un processo indispensabile anche alla fisiologia delle cellule. Per la sopravvivenza stessa dell’organismo a situazioni di stress di varia natura, come la malnutrizione.


Pensiamo che un organismo adulto ha bisogno di 200-300 grammi di proteine al giorno, con il cibo ne assumiamo circa 70 grammi, il che significa che una larga parte del fabbisogno proteico viene soddisfatto non dalla nutrizione, ma dal riciclo cellulare di proteine e organelli non utilizzati. L’autofagia è anche un sistema essenziale per eliminare invasori esterni come virus o batteri intracellulari».


Gli studi di Yoshinori Ohsumi hanno reso possibile la conoscenza di questi meccanismi, dei geni coinvolti, di cosa accade quando qualcosa non funziona e, quindi, anche di cosa si potrebbe fare per impedire il problema o per risolverlo.


Poiché l’autofagia ha un ruolo nella “pulizia” della cellula, si studia come promuoverla e permettere alle cellule neuronali di eliminare il loro contenuto di proteine tossiche».


Uno studio effettuato da un prof.ss italiano Valter Longo, ha permesso di utilizzare un programma chiamato "Dieta mima digiuno", per dare una mano al corpo nel mantenere attivo questo processo di autofagia o stimolarlo in caso di blocco.

 

In cosa consiste questa dieta?




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